L'ex presidente della consulta dello sport, Fabio Del Prete

«Serve un progetto di riqualificazione importante a Mezzate». «Sui problemi quotidiani non abbiamo mai ricevuto risposte». «Tognolo è un assessore che ha tanta volontà, ma davanti alla giunta manca di grinta»

11 Dicembre 2012

Dopo tre anni come presidente della consulta dello sport di Peschiera, ha gettato la spugna. Fabio Del Prete ha dato le dimissioni. E l’ha fatto nel suo stile, senza alzare la voce. Anzi prendendosi anche delle colpe. Con lui facciamo il punto di come se la passa lo sport in città.

Partiamo dalla fine. Martedì ha avuto un incontro con il sindaco Falletta. Di cosa avete parlato?

«È stato un incontro voluto da me perché desideravo fargli sapere con precisione tutto il lavoro svolto dalla consulta nei tre anni del mio mandato».

Ma non lo conosceva già?

«In effetti non era a conoscenza di quanto abbiamo fatto e proposto soprattutto su situazioni non legate alla gestione degli impianti».

E poi come è proseguito questo summit?

«Volevo anche capire che ruolo intende dare alla consulta. Non abbiamo mai fatto la voce grossa per avere la gestione degli impianti, però le associazioni locali hanno sempre operato dando servizi di qualità ai suoi utenti. Volevo fargli capire che se chi vincerà il bando sulla gestione non ci farà prezzi adeguati è difficile che noi potremmo usufruire delle strutture».

E Falletta cosa le ha risposto?

«Ha preso atto delle mie riflessioni e ha ammesso che sullo sport si deve fare qualcosa. A fine ottobre è stato approvato un progetto di riqualificazione degli impianti e questo è già un segnale positivo. Loro hanno puntato molto sul Borsellino, ma credo che molto della volontà di aiutare lo sport la si comprenderà su come si muoveranno per la riqualificazione di Mezzate. Inoltre spero proprio che si lavori per fare anche qualcosa che coinvolga le associazioni locali».

Qual è il segnale che si aspetta su Mezzate?

«Credo che se il Comune deciderà di mettere sul piatto soldi e non affidarsi solo ai privati sarà un ottimo segnale. Vorrebbe dire che quasi certamente l’operatore non dovrà tenere prezzi esageratamente alti per rientrare dall’investimento».

Ma oltre alla gestione degli impianti cosa in questi anni vi ha particolarmente infastidito?

«Le mancate risposte sul quotidiano come, ad esempio, una lampadina da cambiare o il riscaldamento di una palestra che non funziona. Ma su questi argomenti loro sostengono che sono responsabilità dei singoli operatori comunali. Sarà... Ma noi ci siamo sentiti abbandonati».

Le sue dimissioni da presidente sono irrevocabili?

«Assolutamente sì perché comunque ritengo di avere fallito non riuscendo a ottenere risultati migliori e un dialogo che portasse risposte concrete da parte dell’amministrazione comunale. Ora sono state aperte le nuove candidature e se arriveranno segnali positivi dal Comune potrei anche valutare l’ipotesi di ripresentarmi».

Che futuro ha la consulta?

«Oggi come oggi nessuno. Se l’amministrazione comunale ci vede come un ente che risponde alle sue carenze di progettazione non possiamo avere un futuro. Se invece punta a un dialogo bipartisan con le associazioni sportive locali allora la sua esistenza può avere un senso. Ma mi pare che in questo momento non è chiaro neppure a loro cosa fare della consulta».

Quale è lo sport che sta soffrendo maggiormente in questo momento?

«Il calcio è una disciplina che dà tantissimo e chiede tanto. In questo senso soffre molto per la situazione attuale. Avere campi non a norma non è una cosa semplice da gestire. Alcuni sport al coperto hanno risolto il problema andandosene altrove, ma il calcio questo non lo può fare».

Vedendo tutte queste magagne, come è possibile che Peschiera sia stata premiata come città europea dello sport?

«Sulla fiducia di un progetto futuro. Diciamo che come numeri a Peschiera non siamo messi male. Abbiamo davvero numerose discipline e quando l’Aces ha fatto le verifiche ha riscontrato questo e ha deciso di premiarci. Probabilmente se avesse guardato quanto il Comune investe sullo sport avrebbe cambiato idea».

Titolo comunque arrivato, ma non sfruttato o sbaglio?

«È assolutamente vero. Lascia l’amaro in bocca aver ricevuto un titolo così prestigioso e non essere stati capaci di sfruttare l’onda. Non ci siamo promossi verso enti, sponsor e federazioni. Abbiamo gettato al vento un’occasione importante. I nostri amministratori vadano a vedere come la vicina Cernusco punta sullo sport e interagisce con la consulta. Imparerebbe qualcosa».

Nell’ultima seduta della consulta l’assessore allo Sport, Stefano Tognolo, a tratti è parso non avere risposte...

«L’assessore Tognolo come impegno e desiderio di fare le cose è uno dei migliori che Peschiera abbia mai avuto. Manca però di quella grinta che serve per imporsi. Con noi non si è mai tirato indietro al confronto. Resta da capire se sia lui troppo debole oppure questa giunta sia esageratamente forte quando non vuole trattare lo sport come meriterebbe».

Con l’ultima domanda vediamo di farla sorridere. Lei è tra i massimi dirigenti del Gruppo Sportivo Zeloforamagno. Domenica ci sarà la marcia “In gir ala cava”. Siete pronti?

«Prontissimi. Ci sono centodieci volontari che lavorano perché tutto vada nel miglior modo possibile. Sulla competitiva abbiamo già superato i cinquecento iscritti. Il nostro obiettivo è quello di raggiungere le 2mila adesioni totali. Due dei tre percorsi non competitivi passeranno nel Castello e ci sarà anche la mini camminata. Sarà una bellissima trentanovesima edizione».