Ambrosoli durante la serata

Se ne è parlato martedì all’incontro organizzato dal Coordinamento delle liste ecologiste e solidali della zona. A fare gli onori di casa nella sala Felice Frigerio della Vecchia Filanda è stata Vivere Cernusco

10 Maggio 2013

C’è chi martedì ha sentenziato: «Non ha il killer instinct del politico di razza». E forse è anche e proprio per questo che Umberto Ambrosoli piace ai movimenti civici che stanno tentando di capire se possono trovare nell’avvocato milanese un referente che porti le loro istanze al Pirellone, seppur dai banchi dell’opposizione. Il tema dell’incontro organizzato alla Vecchia Filanda da Cives, il Coordinamento delle liste civiche ecologiste e solidali dell’Est Milano, era anche questo. Padroni di casa, i rappresentanti di Vivere Cernusco che lo scorso novembre, anche per sostenere la candidatura di Ambrosoli alla guida della Lombardia, insieme ai colleghi della Lista civica per Pioltello, Segrate Nostra, Insieme per Segrate, Cologno solidale e democratica, Progetto Rodano e Insieme per Gorgonzola, hanno dato vita al progetto comune. Martedì a introdurre la serata che aveva come protagonista proprio Umberto Ambrosoli, è stata Mariangela Mariani, capogruppo in consiglio comunale di Vivere Cernusco: «Cives è un gruppo di lavoro di cittadini attivi che si basa su valori quali la giustizia sociale, la difesa dell’ambiente, la trasparenza e la partecipazione. La nostra intenzione è di rafforzare con Ambrosoli quella rete di esperienze e idealità che sviluppino una politica virtuosa vicina al territorio». A snocciolare i dati del coordinamento è stato Giuseppe Bottasini, referente della lista per Pioltello e assessore della città vicina di casa: «Idealmente copriamo tutta la Martesana e ci collochiamo con forza nel centrosinistra. Esperienze simili, ma con radici di centrodestra, non le inviteremo. Rappresentiamo nelle 7 città dove operiamo, in totale 200mila abitanti, il 9 per cento degll’elettorato. Ma ci sono una serie di problemi che non ha senso affrontare a livello locale. Tematiche come la mobilità, il lavoro e il contrasto alla criminalità organizzata sono trasversali. Finora le abbiamo esaminate entro i confini, ora è il caso di guardare oltre. Dove porta questo percorso? Non lo sappiamo ancora, l’importante, però, è stato avviarlo e creare quel terreno fertile per fare il salto di qualità perché da soli non ce la facciamo». Poi rivolgendosi ad Ambrosoli: «Noi non cerchiamo né padrini né padroni, ma interlocutori. Siamo curiosi di sapere se il suo Patto Civico possa incrociarsi con questo tipo di esperienze». Ambrosoli, prima di rispondere, ha voluto raccontare come è nata la sua discesa in campo e il progetto sviluppatosi dall’esigenza delle forze di centrosinistra, incapaci di trovare  una candidatura che trovasse un consenso ampio, di pescare il loro leader al di fuori della politica. «Ma la componente civica di chi mi ha sostenuto» ha spiegato Ambrosoli, «non è stata il solito specchietto per le allodole, ma reale e protagonista. Sulla base del risultato politico si potrebbe dire che questa esperienza ha dimostrato i suoli limiti, io invece dico che è un modello che ha funzionato perché anche dall’altra parte con la lista civica di Maroni hanno fatto la stessa cosa intercettando l’emorragia di voti che c’era nel Pdl e nella Lega. Oggi in consiglio regionale per tantissime circostanze ho una sintonia immediata con questa realtà anche se restiamo su posizioni diverse, ma almeno so di potermi confrontare con schiettezza e semplicità. Cosa che, al contrario, non posso fare con il capogruppo del Pdl». Quindi Ambrosoli è entrato nel merito del tema della serata: «La possibilità di trasferire l’esperienza e le competenze delle liste civiche su scala regionale va certamente ampliata ed è un percorso che vogliamo compiere. Come fare? Creando una struttura che rappresenti le istanze. Abbiamo bisogno delle antenne sul territorio per comprendere meglio le esigenze e vogliamo far sapere ciò che facciamo. Qualche idea l’abbiamo, come la creazione di una federazione di liste civiche con valori intorno ai quali siamo perfettamente uniti. Dobbiamo farci trovare pronti la prossima tornata elettorale che potrebbe non essere tra cinque anni, e le tante elezioni da qui a quella data saranno l’occasione per saldare dei rapporti. Sono io a chiedervi di aiutarci a vivere la responsabilità di consiglieri regionali nella maniera più vicina possibile al territorio, per fare al top il nostro lavoro. Perché nonostante siamo all’opposizione cercheremo di portare in aula proposte e interventi fattibili». A fianco di Ambrosoli, nella sala dedicata a Felice Frigerio, martedì c’era anche Paolo Micheli nella duplice veste di consigliere regionale eletto tra le fila del Patto Civico e fondatore della lista Segrate Nostra, all’opposizione nel governo di questa città. Il 38enne ha parlato della necessità in politica di una maggior trasparenza: «Sono il primo che nella mia città ha reso pubblico il proprio stato patrimoniale e reddituale. Nessuno è obbligato a fare l’amministratore pubblico. E sappiamo che la nostra vita privata, che lo vogliamo o meno, finirà in piazza. La battaglia sulla trasparenza che sto facendo a livello locale, sarà certamente uno dei miei obiettivi anche come consigliere regionale». Durante il dibattito hanno preso la parola anche tutti gli altri rappresentanti delle liste che compongono il coordinamento. Mariangela Mariani di Vivere ha parlato di legalità spronando le tante persone che hanno le mani pulite a non tenerle in tasca: «Dobbiamo tutti assumerci le nostre responsabilità in politica non chiudendo gli occhi o considerando furbi chi lede i diritti degli altri. Finché non cambierà questa cultura, il Paese stesso non cambierà». La rappresentante di Progetto Rodano ha puntato i riflettori sui problemi che stanno attraversando in questo periodo di crisi i piccoli comuni con meno di 5mila abitanti, mentre da Cologno si è levato il grido d’allarme sulla crisi occupazionale, da Pioltello quello sulla criminalità organizzata e sulle sale gioco e da Segrate rilanciano l’emergenza viabilità con Tem e Brebemi che premono sulla Martesana. Ilaria Scaccabarozzi di Insieme per Gorgonzola, impegnata in queste ore in campagna elettorale, ha sottolineato invece la necessità di dire basta al consumo del suolo: «Siamo alle porte di Milano, ma non siamo alla periferia del capoluogo. Viviamo in un territorio che vale ancora la pena di essere preservato. Oggi, però, vediamo solo gru e cantieri, e siamo inermi di fronte a scelte che ci piovono sulla testa. Ed è il risultato di politiche miopi di amministratori che non si sono uniti in difesa del territorio».

Alessandro Ferrari