Mariangela Mariani, 54 anni, in aula

«Rimaniamo determinanti nello schieramento di centrosinistra». «il nostro Fabio Colombo è il presidente dell’aula perfetto». «Questo governo rischia di diventare un abbraccio mortale per il Pd»

10 Maggio 2013

Nella precedente legislatura era in giunta. In questa tornata, invece, siede dietro i banchi consigliari di maggioranza. Mariangela Mariani, oggi è la capogruppo di Vivere Cernusco.

Come è stato il passaggio da assessore a consigliera?

«È un’esperienza interessante, che offre opportunità d’azione diverse da quelle che avevo durante l’incarico di assessore. Un consigliere ha infatti un ruolo più politico: pur con lo spirito di squadra che ha sempre caratterizzato la nostra maggioranza, come consigliere posso evidenziare le sensibilità e le priorità del mio gruppo su tutta una serie di temi, sia con interpellanze che nei dibattiti in consiglio. Un assessore ha un ruolo più operativo e, in consiglio o in altre occasioni pubbliche, esprime proposte e pareri relativi solo ai contenuti delle sue deleghe». 

Mi dà un giudizio su come sta lavorando chi l’ha sostituita alla guida del suo assessorato?

«Ho notato con piacere che alcuni percorsi avviati stanno proseguendo, dalla Rassegna di teatro per bambini, alle Giornate del Patrimonio, ai Quaderni storici cernuschesi, e che nuove interessanti iniziative sono partite. Però c’è una cosa, cui tenevo molto, che negli anni ho continuato a organizzare anche con risorse esigue: la Rassegna di musica classica Armonìa. Io e i tanti cittadini che l’hanno apprezzata saremmo felici di una sua ripresa».

L’anno prossimo Vivere Cernusco compirà trent’anni. Quale è il segreto per fare a vivere così a lungo una lista civica?

«Il sapersi rinnovare mantenendo salde le proprie radici, i valori di riferimento, e una struttura organizzativa aperta, senza verticismi, tessere, correnti: da sempre le nostre riunioni sono aperte a tutti coloro che, riconoscendosi nei nostri valori, e apprezzandone il lavoro, vogliono conoscerci meglio e dare un contributo».

Quali sono le prossime battaglie cittadine che porterà avanti Vivere?

«Quest’anno abbiamo deciso di concentrare il nostro impegno di “inform-Azione” politica su due temi principali: legalità e diritti e stili di vita sostenibili».

Come se la sta cavando il presidente del consiglio Fabio Colombo, suo collega di lista?

«Fabio è giovane, preparato, stimato in maniera bipartisan per la correttezza e l’equilibrio dimostrati nella sua storia politica. La persona giusta al posto giusto».

A proposito di liste civiche. A novembre è nato Cives, un coordinamento che raggruppa quelle della Martesana ecologiste e solidali. Un’esperienza che mira ad allargarsi e magari arrivare a un Patto Civico per la Lombardia alle prossime regionali visto che anche Ambrosoli vi appoggia?

«Cives è una bella esperienza di collaborazione tra liste civiche, ben radicate sul territorio, che hanno deciso di mettere in comune impegno, competenze ed esperienze, per affrontare e proporre soluzioni a problemi che non possono e non devono essere trattati in modo localistico: dalla viabilità alla tutela del verde, dal trasporto pubblico ai servizi socio-sanitari. Il sostegno di Ambrosoli è certamente importante. Crediamo molto nella sua scelta, partita purtroppo in tempi molto stretti alle ultime Regionali, di costruire un Patto Civico. È un progetto che può e deve svilupparsi, come metodo virtuoso per una politica che torni a parlare con i territori e con i cittadini».

Questa maggioranza non è troppo sbilanciata verso il Pd?

«È un dato di fatto che il Pd abbia ottenuto un ottimo risultato alle comunali, ma è anche vero che il meccanismo che assegna il numero di seggi in consiglio è premiante per le forze maggiori, così che, a fronte di un numero di voti che è stato circa due volte e mezzo quello di Vivere, hanno sette consiglieri rispetto ai nostri due, più del triplo. Anche se questo meccanismo ci ha penalizzati, siamo soddisfatti di avere visto crescere ancora i nostri voti, sia in termini assoluti che percentuali  con il 12%. Vivere mantiene e consolida un consenso che da molti anni ormai supera il 10% e rimane determinante nello schieramento di centrosinistra».

Gargantini ha accusato il sindaco di pensare troppo a Renzi dimenticandosi Cernusco. Una sua riflessione in proposito?

«È vero che nel periodo delle primarie Comincini si è molto impegnato nel sostegno a Renzi, ma questo non significa che abbia dimenticato Cernusco». 

La minoranza appare un po’ “leggera”. Non è un male anche per la città?

«Certo. Lo dico perché appartengo a una lista che per oltre vent’anni ha svolto con impegno il suo ruolo di forza di opposizione. A tutti i livelli, da quello statale a quello comunale, le cose funzionano se c’è una maggioranza che ben governa e un’opposizione che esercita al meglio il suo ruolo di controllo. Spiace però vedere quanto poco spazio abbia su certa stampa chi svolge in maniera seria il suo mandato, rispetto a chi cerca solo la sparata per avere un titolo a tutta pagina».

A livello nazionale è favorevole al Governo Letta?

«Ho grande stima per il presidente Napolitano e riconosco interessanti novità nella scelta di alcune componenti la squadra del governo Letta, ma credo che quello tra Pd e Pdl sia un abbraccio mortale, purtroppo e solo per il Pd, naturalmente».

Cosa ne pensa dell’abolizione dell’Imu?

«Non è la sua abolizione o meno che aiuterà gli italiani a risollevarsi dalla crisi: è pura propaganda. Anche perché, se davvero ci sono le risorse per compensare questo mancato introito, perché non le si usano, più utilmente, per ridurre la tassazione sul lavoro? In questo periodo di profonda crisi ridurre il costo del lavoro sarebbe un primo passo per rilanciare il nostro sistema produttivo, insieme all’allentamento del Patto di Stabilità, che sta strozzando Comuni e imprese. È giusto però ripensare l’Imu, ma per rimodularla, non per abolirla e, soprattutto, per far sì che torni a essere quello che era negli intenti iniziali: una tassa comunale». 

Roberto Pegorini