Luca Foresti lavora nel campo sanitario

Sasso raccolto sul domani dell’Uboldo da Luca Foresti, cernuschese e ad del Centro Medico Santagostino

27 Settembre 2013

Per molti anni si é concentrato negli ospedali gran parte dell’attività sanitaria del nostro paese, togliendo risorse e attenzione a luoghi come i poliambulatori, i consultori, i centri diagnostici, i day-surgery e day-hospital, i centri di riabilitazione. Nei passati 30-40 anni la conoscenza e le tecniche usate dai sistemi sanitari hanno fatto un balzo enorme. Pensate solo a tutti gli interventi che oggi possono essere fatti in day-surgery e che una volta erano fatti solo con diversi giorni di degenza. O pensate al fatto che oggi con una cartella elettronica tutti i dati clinici possono essere subito accessibili a tutti gli operatori sanitari che prendono in cura una persona. Inoltre é cambiata la struttura demografica del nostro paese, avendo un impatto sul tipo di sanità di cui c’è bisogno, in particolare avendo una quota molto più elevata di persone con malattie croniche (diabete, ipertensione e Parkinson). Questo nuovo mondo richiede una organizzazione radicalmente diversa della infrastruttura sanitaria. Detto in breve, abbiamo bisogno di ospedali ad altissima specializzazione con bacini di attrazione regionali o nazionali, pochi ospedali per le attività a bassa complessità e che devono comunque essere fatti in luoghi simili (appendiciti, ernie, etc.) e una diffusa rete di cosiddette “Case della salute” che concentrano al loro interno tutte le attività di cosiddetta medicina territoriale. Infine bisogna sviluppare un’intensa attività domiciliare governata dalla stessa casa della salute per rispondere in modo adeguato e meno costoso ad esigenze che vedono nella casa della persona il luogo migliore in cui essere trattate. Questa visione si traduce per Cernusco nell’idea di portare l’Uboldo a una casa della salute, che sia capace di erogare servizi di cui c’è grande bisogno nella popolazione, concentri almeno una parte dei medici e pediatri di base, abbia un day-surgery per piccoli interventi chirurgici, punto prelievi, diagnostiche per immagini, poliambulatorio, centro di riabilitazione fisica e psicologica. Che si renda un posto che si occupa in modo attivo della salute dei cernuschesi, impostando politiche che partono dalla prevenzione e dalla cultura della salute (alimentazione, attività fisica, fumo, stress). I cernuschesi andranno in ospedali ad altissima specializzazione per tutte le attività complesse, le visite specialistiche di secondo livello e le chirurgie ospedaliere. Quelli che in pronto soccorso sono codici bianchi e verdi (le situazioni meno pericolose) devono poter essere affrontate in tempi rapidi e con efficacia nella casa della salute, mentre gli altri codici richiedono un pronto soccorso a contatto con un grande ospedale e quindi per Cernusco basta andare verso Milano e San Raffaele e Niguarda sono i luoghi per eccellenza. I cronici devono essere seguiti quasi interamente dentro alla casa della salute, secondo protocolli condivisi con centri di eccellenza specializzati. Le mamme devono partorire presso ospedali con un numero molto elevato di parti all’anno (questo rende più sicuro il parto, secondo tutti gli studi seri fatti) ma devono prima e dopo il parto trovare nella casa della salute un punto materno-infantile capace di erogare tutti i servizi di cui c’è un grande bisogno vicino a casa, compreso un servizio ostetrico a domicilio per aiutarle a gestire il nuovo arrivato nei primi giorni. Non entro qui in tutti i complicati aspetti politici ed economici necessari per trasformare questa visione in realtà, ma è importante almeno visualizzare che tipo di mondo è quello desiderato. La casa della salute di Cernusco potrebbe anche essere fatta altrove rispetto all’attuale locazione dell’Uboldo, se l’operazione di valorizzazione di quello spazio lo permette, risolvendo l’evidente problema legato all’accessibilità dell’attuale ospedale. Compito della politica è guardare lungo e lavorare nel breve per fare un passo nella direzione giusta. Quindi credo che il sindaco e tutta la giunta, i partiti di maggioranza e opposizione debbano trovare, su un tema centrale come questo, un accordo che permetta di costruire innanzitutto con i cittadini e gli operatori sanitari già presenti, un’idea condivisa da poter mettere come obiettivo. La casa della salute di Cernusco è una idea forte su cui lavorare assieme e su cui trovare da parte di tutti gli attori, compresa la regione e l’Asl, grandi vantaggi e sostenibilità di lungo periodo.

Luca Foresti

cernuschese e ad del Centro Medico Santagostino