Il Tricolore a lutto in via Bourdillon

Il Pd prende ufficialmente posizione: «Scambio xenofobo indegno tra due uomini delle istituzioni di fronte a una simile tragedia»

11 Ottobre 2013

Mentre in via Bourdillon un tricolore listato a lutto esposto dalla finestra di un condominio ricorda anche in questi giorni la tragedia di Lampedusa, dove hanno trovato la morte in mare 298 immigrati provenienti dalle coste del Nord Africa (ma le ricerche non si sono ancora concluse e il numero è destinato purtroppo a salire), sulla piazza virtuale di Facebook va in scena un dialogo che fa accapponare la pelle ai rappresentanti locali del Partito democratico che utilizzando sempre la Rete come canale di sfogo, lo etichettano come «derisorio, xenofobo e irrispettoso di fronte a una simile tragedia». Motivo del contendere, il botta e risposta via social network tra Angelo Rocchi, che in attesa del congresso resta il segretario cittadino della Lega Nord, e Paolo Frigerio, ex sindaco della città nei primi del secolo, reso pubblico ai più da Roberto Codazzi di Vivere Cernusco che riporta sul suo profilo alcune frasi di questo dialogo. «Avete letto che durante il viaggio sul barcone della morte le donne venivano sistematicamente stuprate?» scrive Rocchi lunedì alle 9.59. «Ecco perché vanno aiutati a casa loro e civilizzati. Se questo concetto è razzismo, datemi pure del razzista». Passano quattro minuti e segue il commento di Paul Godot, alias utilizzato su Facebook dall’ex primo cittadino Paolo Frigerio. «Ma dai Angelo sei un razzista. Te lo dico io prima che te lo dica la Boldrini. Loro devono essere liberi, venire, entrare, divertirsi, stuprare e poi lasciati liberi da qualche giudice che li grazia. Questa è la civiltà vera! Tu sei un bacchettone». A qualcuno che domanda: «Stipati in 500, in balia del mare avevano tempo e spazio per gli stupri? Fatico a crederlo», risponde ancora Frigerio: «Quella è solo l’ultima barca, prima si viaggia comodi». Subito, a caldo, arrivano i commenti di Danilo Radaelli, capogruppo di Sinistra per Cernusco: «I personaggi sono questi, l’intelligenza anche, direi quasi nulla», e di Mauro Aimi, portavoce del Movimento 5 Stelle locale: «Uhm e quello è stato sindaco?». Seguono poi altri post, tra questi anche quelli dei due protagonisti che motivano meglio il loro credo sull’immigrazione. Ma ormai la bufera è partita e inarrestabile. Ed è il Pd a prendere posizione, prima su Facebook, poi con un comunicato ufficiale diramato anche attraverso il proprio sito internet. Duri i toni. «Si sa che Facebook è il regno delle parole in libertà. Ma leggere questo scambio di battute (segnalato da Roberto Codazzi) ci ha fatto letteralmente rabbrividire. Per il contenuto derisorio, xenofobo e irrispettoso di fronte a una tragedia di quelle dimensioni (300 vittime). Per il fatto che si usa un’argomentazione rivelatasi palesemente falsa per trarre conclusioni razziste: si dice infatti che sul barcone sono avvenuti degli stupri, notizia totalmente infondata, per arguire che gli stranieri che entrano in Italia, magari in fuga da guerre, carestie, persecuzioni, sono degli stupratori. Quel che ci indigna profondamente, come partito, come persone che ogni giorno fanno politica in questa città, è che quello scambio avvenga tra due persone che non sono comuni privati cittadini, ma due uomini che sono stati o che sono tuttora nelle istituzioni e nella vita politica attiva, un ex sindaco e un esponente politico di rilievo della Lega Nord, ex consigliere comunale. Si può discutere della legge sull’immigrazione, ci possiamo dividere, pensarla diversamente, fare accuse anche pesanti alla Legge Bossi Fini o difenderla. Tutto nel campo della dialettica politica assolutamente accettabile. Quel che è inaccettabile e che va stigmatizzato è che di fronte a una tragedia del genere si usino toni derisori e offensivi. Chi fa politica o è stato nelle istituzioni ha una responsabilità maggiore di altri nel misurare le parole e nel non perdere mai di vista, nella polemica politica, il rispetto umano, la pietas, la misura di fronte a una tragedia così immane». 

Alessandro Ferrari