L’assessore all’Istruzione Zecchini: «Non ci sono state segnalate problematiche dai dirigenti, dalle insegnanti e dalla commissione preposta»

07 Febbraio 2014

Bambini che tornano a casa affamati perché non hanno toccato nulla dal piatto della mensa a scuola. È quello che sta accadendo in città. Per questo diverse famiglie hanno deciso di alzare la voce proponendo di chiedere conto all’ufficio scolastico comunale di quello che considerano un generale «scadimento della qualità del servizio erogato». Il tam tam tra mamme e papà è partito via internet nei giorni scorsi. «Segnalate, fate sentire la vostra voce» l’invito di Mina Facchi, delegata di una classe della media Don Milani. «Fatelo, mi raccomando, perché non passi in secondo piano un reale problema». Sotto i riflettori delle famiglie che hanno i propri figli iscritti alle materne, elementari e medie dei due istituti comprensivi cittadini (tranne la scuola dell’infanzia di via Dante che ha la cucina interna) c’è la società che per conto del Comune ha in appalto il servizio di ristorazione. «Mio figlio non mangia letteralmente nulla» si lamenta un papà. «Sono seriamente intenzionato ad andare dal direttore e dirgli che a pranzo me lo porto a casa». Per alcuni genitori i problemi principali riguarderebbero le pietanze che arriverebbero sulle tavole fredde o cotte in modo approssimativo. E c’è chi come l’ex sindaco Paolo Frigerio ha già inoltrato comunicazione ufficiale in municipio per segnalare anomalie le riscontrate. A ridimensionare la vicenda è l’assessore all’Istruzione Rita Zecchini. «L’unica segnalazione che abbiamo ricevuto è proprio quella di Frigerio. Altre non ne abbiamo avute. E nemmeno ci sono state sollevate problematiche dai due canali ufficiali ai quali le famiglie è giusto che si rivolgano per fare eventuali segnalazioni circostanziate: i dirigenti scolastici e la commissione mensa». Proprio quest’ultimo organo composto anche da genitori, lo scorso dicembre è stato definitivamente regolamentato dall’amministrazione comunale, ma i componenti presieduti da Silvia Muoio resteranno in carica (e al lavoro) fino al prossimo settembre. «Un giorno sì e uno no un tecnologo alimentare pagato dal municipio esegue controlli» continua Zecchini. «E finora non sono state evidenziate carenze nella qualità del cibo. Credo anche che si debba pesare bene ciò che raccontano i bambini e il loro grado di attendibilità. Per professione so che spesso gli alunni digiunano a scuola per altre motivazioni. Non possiamo guardare al caso singolo, certo che se un’intera classe non mangia qualcosa vuol dire che è successo. Ad oggi, però, nemmeno le insegnanti ci hanno mai fatto pervenire le loro perplessità. Ripeto, ci sono i canali ufficiali a cui rivolgersi per segnalare disservizi o proporre migliorie, ma non possiamo accettare critiche generali del tipo: “Sembra che il cibo sia meno buono”. Comunque, per comprendere meglio il grado di soddisfazione degli utenti, potremmo anche pensare di fare un sondaggio ad hoc».

Alessandro Ferrari