Monici, candidato di Peschiera Bene Comune

«Siamo pronti a portare avanti battaglie di legalità, etica e trasparenza amministrativa». «Nella nostra lista troverete tantissimi giovani». «Siamo per un reale stop al cemento, recuperando il dismesso e salvando il parco». «Abbiamo provato a cercare accordi con altri, ma i nostri ideali non sono di facciata e non si è fatto nulla». «A Falletta dico che ha polemizzato troppo e fatto troppo poco». «Il nostro obiettivo? Vincere, naturalmente»

09 Maggio 2014

Continua il nostro giro di presentazioni dei cinque candidati che il 25 maggio prossimo si sfideranno per conquistare la poltrona di sindaco di Peschiera Borromeo. Dopo i nomi già intervistati gli scorsi numeri, questa volta tocca a Giancarlo Monici che si presenta appoggiato da una sola forza, la neonata lista civica Peschiera Bene Comune. Conosciamo meglio il leader e le idee che vuole portare avanti.

La vostra lista civica, costruita appositamente per queste amministrative, dove intende collocarsi nel panorama politico peschierese?

«Non abbiamo alle spalle alcun partito. Nasciamo come un progetto di partecipazione e di rinnovamento creato direttamente da cittadini. Nella nostra lista sono presenti diverse componenti di varia ispirazione politica, quindi, proprio per questo, non riteniamo corretto collocarci in nessun punto dell’arco parlamentare. Crediamo che dovranno essere i cittadini a giudicarci leggendo il nostro programma».

Lei, in un recente passato, è stato esponente dell’Italia dei Valori: come mai questa volta ha scelto la linea della lista civica?

«L’Italia dei Valori ha fatto delle scelte a livello nazionale che non condivido più. Di contro questa lista civica è la naturale continuazione per poter portare avanti battaglie di legalità, di etica e di trasparenza amministrativa in cui mi riconosco».

Analizziamo un attimo la vostra lista. Al suo interno che figure vi troviamo?

«Innanzitutto vi troviamo tanti giovani, tanti cittadini alla prima esperienza politica. E poi molto volontariato e associazionismo. Tutti  con una matrice comune: una grande sensibilità ecologista».

Come mai ha deciso di scendere in campo in prima persona, candidandosi alla poltrona di primo cittadino?

«Mi è stato chiesto di dare un volto, e un corpo, a questa lista civica. Più che alla poltrona noi ci candidiamo all’amministrazione della città e a guidare l’evidente necessità e bisogno di cambiamento che è sotto gli occhi di tutti».

In campagna elettorale, si sa, spesso ci sono contatti anche solo per sondare il terreno. Da parte vostra non c’è stato mai nessun tentativo di trovare accordi con le altre forze politiche che partecipano a queste amministrative?

«Abbiamo provato a cercare dei punti di contatto con altre forze, ma i nostri requisiti di cambiamento radicale e non solo di facciata non hanno trovato ascolto. Al nostro arrivo le coalizioni erano già composte e schierate. A questo punto avremmo dovuto accodarci senza poter contribuire». 

Nei vostri vari interventi pare di capire che siete molto sensibili sul discorso ambientalista: su questo punto cosa avete in programma?

«Molto semplice: un reale “stop al cemento”, recuperando il dismesso e salvaguardando il Parco. L’ambiente, e mi riferisco non solo alle aree verdi, ma anche ai corsi d’acqua e all’aria che respiriamo, sono il nostro più grande patrimonio. Non vogliamo solo difenderlo, vogliamo estenderlo».

Che giudizio mi dà di questi cinque anni di mandato Falletta?

«Evidentemente un giudizio negativo. Innanzitutto sul Pgt e sul poco coraggio che ha dimostrato di avere, oltre l’uso delle varianti sul Parco. E poi anche sul pessimo rapporto che ha avuto con le associazioni culturali, di volontariato e quelle sportive. Inoltre porrei l’accento sulle eccessive spese per eventi poco utili, anche quando c’era da concentrarsi per aiutare il commercio locale invece di fare solo vetrina. Infine gli imputo di aver polemizzato troppo e fatto troppo poco».

Il vostro obiettivo a queste amministrative è?

«Vincere, ovviamente».

Lanci una sorta d’appello: perché un peschierese dovrebbe votare voi e non le classiche liste?

«Dovrebbe votare noi perché vuole cambiare veramente. E prima di tutto la classe politica e le facce note. E poi anche per investire nell’ambiente, nella partecipazione, nel volontariato e nelle  associazioni: una grande scommessa sul futuro e sui giovani».

Ipotizziamo che il 25 maggio dalle urne esca lei vincitore: nei primi canonici cento giorni quali saranno le priorità su cui si concentrerà?

«Innanzitutto mi concentrerei sull’inserire regole più rigide del Pgt e riattivare gli spazi partecipativi, come ad esempio i comitati di frazione, da cui partire per definire priorità condivise con tutta la città».

Alcuni si preparano la squadra in anticipo: lei ha già in mente eventuali nomi per un’ipotetica giunta?

«Certo. Ho già in mente alcuni profili di persone che possano applicare i punti del nostro programma. I nomi verranno poi».

Se al ballottaggio non foste presenti, darete indicazione di voto? Ed eventualmente a chi?

«Faremo una valutazione come lista, senza però rinunciare ai nostri principi».

Quale è la cosa che maggiormente la preoccupa in questa campagna elettorale?

«Spero solamente che i cittadini scelgano conoscendo ciò che votano e non si limitino a schierarsi usando i simboli politici di livello nazionale o europeo. Si vota per le amministrative, dove conta l’impegno diretto e dove l’effetto delle scelte politiche ricade direttamente sulla nostra pelle».

Roberto Pegorini