Pozzi è anche consigliere comunale

«Il Carroccio fa una mozione per un campo da calcio e in Regione approva qualcosa che farebbe costruire una nuova Milano». «Comincini impegnato, ma non distratto». «Mi piacerebbe un esperienza in consiglio comunale»

05 Dicembre 2014

Da un anno ricopre la carica di segretario cittadino del Pd. Qualcuno in città, con un misto di malignità e invidia, sostiene che con un partito dai numeri così forti sia un incarico facile da svolgere. Partendo da un bilancio di questi 365 giorni, vediamo se Daniele Pozzi la pensa esattamente così.
Ci eravano sentiti proprio all’indomani del suo insediamento un anno fa. A 12 mesi dal suo insediamento che bilancio può fare?
«È un ruolo faticoso, ma gratificante. Siamo riusciti a raggiungere alcuni obiettivi che ci eravamo prefissi. Non tutti, ma la maggior parte direi di sì. Di recente abbiamo deciso di strutturarci in maniera un po’ differente rispetto al passato, con una segreteria ristretta e con deleghe più specifiche per il lavoro istruttorio da portare agli iscritti. Ci sono una serie di problemi che meritano attente riflessioni. Diciamo che dopo un anno di rodaggio, questa nuova riorganizzazione andrà a vantaggio del partito, anche se la certezza l’avremo nei prossimi mesi».
Il momento maggiormente positivo di questo anno?
«Il picco massimo di soddisfazione direi che l’abbiamo avuto con il risultato delle Europee. Difficile poi dire quanto ci sia dell’effetto Renzi, dell’effetto Comincini o del nostro lavoro. Di certo, però, c’è che abbiamo ottenuto percentuali importanti».
Il mandato del sindaco Comincini scade tra circa due anni e mezzo. So che siete soddisfatti del suo operato, ma credete che sia il caso di chiedergli un ulteriore sforzo e alzare ancora un po’ l’asticella prima di dare l’addio?
«Eugenio l’asticella l’ha alzata nel 2007 quando si è candidato a sindaco la prima volta e l’ha ulteriormente tirata su nel 2012 quando si è ripresentato. Ha chiesto molto a se stesso e non era facile. Quello che credo ora si debba fare è di metterci noi maggiormente a sua disposizione. Non vedo assolutamente un calo di concentrazione e impegno da parte di questa amministrazione. Tocca a noi a stare accanto ai componenti della giunta aiutandoli ad alzare quell’ipotetica asticella. È un lavoro di gruppo da fare tutti insieme: assessori, circolo Pd e coalizione di maggioranza».
A proposito di maggioranza: come fate a governare senza un minimo di disappunto con una forza, Sinistra per Cernusco, completamente critica verso il premier Renzi e, di conseguenza, verso il vostro segretario nazionale?
«Come abbiamo sempre fatto. Su scala nazionale ognuno è libero di pensarla come meglio crede e avere punti di vista diversi. La politica locale, però, la si fa molto con le persone e con queste, sui problemi che abbiamo dovuto affrontare in questi anni, si è sempre trovata la sintesi nel rispetto dei diversi punti di vista. E comunque portiamo avanti un programma deciso insieme a tempo debito, quindi non vedo a Cernusco un rischio scissione con la sinistra più estrema».
All’interno del Pd, invece? Non è un segreto che esista un’anima renziana e una critica verso il premier. Un po’ di malumore emerge. Proprio lunedì su Facebook Simone Dossi, certo non un renziano, ironizzava sul fatto che certe vostre comunicazioni viene a saperle solo tramite la stampa. Come si gestiscono queste differeze?
«Mi pare normale che all’interno di un partito così importante e grande ci siano pensieri diversi. Nel caso specifico di Simone, l’equivoco nasce da quella fase di transizione che stiamo attraversando nel darci un’organizzazione strutturale diversa. Può succedere. Lo prendo come uno sfogo che ci spronerà a migliorare la comunicazione interna. Per il resto so che il mio compito è quello di tenere insieme le diverse sensibilità del partito e proprio per questo cerco di creare più confronti possibili».
In Regione il Pd è stato molto critico sulla nuova legge sul consumo del suolo proposta dal governo Maroni. Sulla questione ampliamento Carosello, al Pirellone, la Lega martedì ha portato una mozione anti allargamento, poi rinviata in commissione, che voi non voterete e c’è chi vi dà degli incoerenti. Come replica?
«Facendo chiarezza. Nel 2007 abbiamo iniziato un percorso contro la cementificazione bloccando i Pii ex Garzanti e Mat Plast. Abbiamo ancora quella sensibilità su certi temi. Nel caso dell’ipotesi di ampliamento del Carosello, a luglio abbiamo valutato la situazione con grande attenzione e con una parola d’ordine: opportunità. Non siamo cementificatori impazziti. Valutiamo senza ideologie preconcette. Abbiamo messo sulla bilancia pro e contro e detto che a certe condizioni potremo accettare l’allargamento perché pensiamo che sia il meglio per Cernusco. Noi incoerenti? In Regione la Lega ha votato una legge che in due minuti ti fa costruire una nuova Milano e poi propone una mozione per evitare che si costruisca su uno spazio grande quanto un campo da calcio. Chi sarebbe incoerente?». 
Cosa pensa di chi sostiene che Comincini è distratto da troppi incarichi extra confine?
«C’è chi lo dice seriamente preoccupato e chi finge di esserlo tanto per attaccarlo. Ai secondi non rispondo neppure. Ai primi dico che certamente Comincini dovrà impegnare risorse di tempo notevoli per il nuovo incarico di vicesindaco della Città Metropolitana, ma siamo davanti a una partita importante e dobbiamo essere felici che a giocarla con un ruolo primario sia il nostro sindaco. Non vedo comunquerischi di distrazione. Primo cittadino e giunta lavorano sodo e tornando sul discorso dell’asticella da alzare, tocca a noi supportarli».
L’ipotesi che il sindaco possa andare a Roma in caso di elezioni politiche anticipate resta valida?
«Comincini ha sempre detto che non lascerà il suo mandato per Roma e nel 2013 l’ha dimostrato in maniera concreta. Quindi non ho alcuna preoccupazione in tal senso».
Però immagino che starete già pensando al dopo Comincini?
«Sì, ma senza fretta. Stiamo cercando di capire quale sia il percorso da intraprendere e con quali modalità. Abbiamo ancora tempo davanti a noi». 
Ipotizzabile un prossimo candidato sindaco non del Pd?
«Sono il segretario del Pd e faccio il mio mestiere. Credo che ci siano persone al nostro interno validissime. Se qualcuno presenterà un candidato migliore, non abbiamo alcuna preclusione. E comunque, se servissero, ci sono le primarie sia di partito che di coalizione».
Non crede che un’opposizone debole sia un male anche per voi?
«Non è una frase fatta: mi spiace che l’opposizione oggi sia debole e non coordinata. Non dico che vorrei sempre il fiato sul collo, ma una minoranza in grado di dare livello ai dibattito politico sarebbe un bene per tutti».
Fra due anni e mezzo la intervisterò e avrò davanti...?
«Non il sindaco e non penso neppure il segretario cittadino. Mi piacerebbe, invece, un’esperienza in giunta».

Roberto Pegorini