Mariangela Mariani, capogruppo di Vivere
23 Gennaio 2015

Capogruppo di Vivere Cernusco, Mariangela Mariani è tra i veterani del consiglio comunale. Prima dietro il tavolo di giunta, ora dietro i banchi di maggioranza. Cominciamo la nostra chiacchierata.
Dopo cinque anni da assessore alla Cultura è passata a fare il consigliere comunale. Quanto le manca il ruolo in giunta?
«Fare l’assessore è stata una bella esperienza e credo anche di aver lasciato un buon ricordo. Nello stesso tempo, però, il ruolo di consigliere comunale, che è più politico, mi dà altrettante soddisfazioni. Vengono fuori tutto il mio impegno e la mia passione».
Ma quale dei due preferisce?
«Senza voler apparire presuntuosa, me li vedo entrambi bene addosso. A livello scolastico, così come a livello di associazionismo, ho sempre fatto cultura, quindi ho trovato interessante farla anche a livello amministrativo. Però anche il ruolo di capogruppo mi calza bene perché mi permette di esprimere la mia passione per la politica. Avevo già preso parte al gruppo di lavoro che supportava i nostri consiglieri, quindi un minimo di esperienza per questo incarico, seppure indirettamente, l’avevo già».
A proposito di cultura, mi dà un giudizio sul suo successore, l’attuale assessore Rita Zecchini?
«Sono contenta che tante iniziative intraprese da me abbiano trovato continuità. Mi rendo conto che le risorse diminuiscono in continuazione quindi anche Rita deve fare scelte che ne tengano conto. Lo so bene perché da assessore i primi due anni avevo un budget e in quelli successivi si è drasticamente ridotto. Quello che mi piace di chi mi ha sostituito è che ha deciso di preferire la qualità alla quantità. Cernusco è abituata bene e di questo si deve tenere conto. Ecco, se proprio devo dire la mia, mi è solo spiaciuto che non si sia dato seguito alla rassegna di musica classica “Armonia” alla Casa delle Arti».
Quanto è difficile convivere con i numeri schiaccianti del Pd?
«In effetti per poche decine di voti come Vivere Cernusco abbiamo mancato il terzo consigliere. La verità è che, anche se riconosco il loro grande exploit, il Pd ha due volte e mezzo i nostri consensi e tre volte e mezzo i nostri consiglieri. Comunque credo che anche in questo caso la qualità degli interventi sia la cosa fondamentale. Come è importante sapere che siamo in tre di Vivere, seppure con ruoli diversi: io come consigliere, Colombo come presidente del consiglio e Marchetti come vicesindaco».
Quindi non si sente, o meglio non vi sentite, schiacciati da un partito che ha numeri bulgari?
«No. I rapporti con il Pd sono buoni. Questa coalizione regge ed è coesa, a differenza delle precedenti amministrazioni che sono andate avanti con trasformismi. La nostra compattezza, che molti non pronosticavano, è merito di tutte le forze in gioco».
Di contro c’è un’opposizione che pare fragile e poco unita...
«E non è una bella cosa. Perché il ruolo dell’opposizione è fondamentale. Se ci sono controllo e proposte si alza il livello del dibattito politico ed è un bene per la città. Devo comunque dire che nella minoranza ci sono interlocutori, per paradosso quelli più lontani da noi come idee, con cui c’è un buon confronto. Penso a Mandelli della Lega e Aimi del Movimento Cinque Stelle che nelle commissioni si spendono con la giusta serietà».
Facciamo un passo indietro: a bocce ferme quanto le è pesato appoggiare l’ampliamento del centro commerciale Carosello?
«Alle spalle di questa scelta c’è stato un lavoro serio e lungo. All’interno del nostro gruppo si è aperto un dibattito importante e alla fine tutti siamo stati concordi nel pensare che i sacrifici fossero molto inferiori ai benefici. Quando in aula ho votato a favore sapevo che portavo il pensiero di tutta Vivere Cernusco».
Ma Vivere Cernusco che è stata molto criticata vista la vostra anima ambientalista...
«Rispondo a queste critiche in modo semplice: noi abbiamo fatto una scelta ponderata per il bene di Cernusco che avrà vantaggi. Nelle precedenti amministrazioni la parola d’ordine era: cemento per cemento. Per anni la nostra città è cresciuta senza gli adeguati servizi. Da quando governa la coalizione capeggiata dal sindaco Comincini, abbiamo riqualificato scuole, il centro sportivo e così via. E poi abbiamo adottato un Pgt con commisurazioni ambientali che non ha paragoni in tutta la Lombardia: quattro metri quadri di verde per ogni metro quadro di edificato».
Tornando al presente: come pensa finirà la querelle del rischio chiusura del reparto maternità dell’Uboldo?
«Onestamente mi pare che in Regione abbiano già deciso e purtroppo la mozione presentata a favore si è rivelata invece un boomerang perché si sono incaponiti ancora di più sulla loro posizione. Proveremo comunque in ogni modo a bloccare il trasloco, anche se temo non servirà a nulla».
Comincini super impegnato con la Città metropolitana e il suo appoggio al Pd di Renzi: ma ce la fa a governare anche Cernusco?
(sorride) «Ce la fa, ce la fa... Non so come, ma ce la fa. In realtà oramai ha intorno una squadra che è consolidata e in perfetta sintonia con il suo agire. Comincini ha dato le deleghe ad assessori di cui si fida e con loro sa di poter stare tranquillo. Inoltre il suo impegno per la Città metropolitana porta aspetti positivi anche per Cernusco, e questo non va dimenticato».
Vivere Cernusco ha compiuto 30 anni. Provocazione: non ha bisogno di un lifting?
«Ma noi ci riqualifichiamo sempre, rimanendo fedeli ai nostri valori. Non cambiamo nome, ma ci rinnoviamo in continuazione. Giovani a prendere il mio posto e quello di  Giordano Marchetti ci sono. La forza di Vivere, che ha anche aderito a Cives, è proprio questa: continua ad avvicinarsi gente nuova. Il nostro lifting è questo: essere aperti a chiunque, rimanendo coerenti con i nostri valori. Che sono cose ben diverse dalle ideologie. Da noi davvero uno vale uno. Non è mica un’invenzione del Movimento Cinque Stelle».
Il prossimo candidato sindaco tocca a Vivere?
«Speriamo sia un nome condiviso. Noi siamo stati i primi sostenitori di Eugenio perché era la persona giusta, indipendentemente dal partito. Dopo due mandati insieme sarebbe brutto se questa coalizione si dividesse per un nome e sono convinta che non sarà così. Troveremo un candidato che abbia capacità, competenza e voglia di spendersi per un compito così importante. Se sarà espressione di Vivere o meno, questo non lo so ed è relativo».
E Mariangela Mariani che farà?
«Marchetti ed io sosterremo in toto il gruppo e i candidati. Cosa farò io non lo so. Di certo seguirò il gruppo a livello di comunicazione. Se poi sarò candidata o meno lo decideremo tutti insieme».

Roberto Pegorini