Maria Ronchi è medico di base a San Felice

«Al camposanto abbiamo sistemato tante cose e non finisce qui». «Per una mancanza di fondi mi hanno spiegato di non iniziare nulla nel settore della Cooperazione Internazionale». «Non sono io che cambio casacca, ma chi è intorno a me che non è coerente». «Sulla rotonda della Rivoltana abbiamo dormito un pochino. Suggerisco un semaforo e il vigile presente nelle ore di punta»

27 Settembre 2012

Assessore con delega ai Servizi Civici e Cimiteriali, S@C, Cooperazione Internazionale, Pari Opportunità e Politiche dei Tempi. Unica donna in giunta, ha aderito al gruppo degli Indipendenti dopo la migrazione di massa dal Pdl. Lei è Maria Assunta Ronchi, medico di base di San Felice.

Dopo un anno e mezzo da assessore che bilancio si sente di trarre?

«Senza dubbio è un’esperienza positiva. All’inizio di questa avventura avevo il timore di non essere capace invece mi sono resa conto che è più semplice di quanto pensassi. Inoltre non è un segreto che avrei desiderato i Servizi Sociali, invece posso affermare che sono molto contenta delle deleghe che ho e in particolare quella ai Servizi Cimiteriali».

Lei, in giunta, è l’unica donna in mezzo ad assessori uomini. Come si sente?

«Non mi sono mai accorta di alcuna differenza. Forse perché il mio lavoro mi porta a interagire con persone di ogni sesso».

A proposito di cimitero, com’è la situazione?

«Notevolmente migliorata. Non ha ancora raggiunto l’eccellenza che voglio, e non uso il “che vorrei”, tuttavia abbiamo già fatto molto come, ad esempio, il regolamento cimiteriale e l’aver dato la gestione in appalto e non più in proroga. Questo ci permette di confrontarci in maniera diversa con il gestore, pretendendo la manutenzione ordinaria che prima non si poteva avere senza una spesa aggiuntiva».

Cosa c’è ancora da fare?

«Prima di rispondere a questa domanda vorrei ringraziare l’addetto cimiteriale, il dottor Trionfante, che insieme a me ha preso a cuore la situazione dedicandosi anima e corpo e spesso adempiendo a mansioni che non sarebbero di sua competenza. Detto questo, il prossimo obiettivo è il piano cimiteriale che consiste nel capire quali campi futuri avremmo a disposizione e prevedere quali servizi dovremo potenziare».

Sbaglio o le cooperazioni internazionali sono in stallo?

«Vero. Quando mi sono insediata mi è stata chiesta massima attenzione per il S@C, lo sportello Asl e il cimitero. I progetti di cooperazione internazionali sono bloccati dalla mancanza di fondi. Ho portato avanti solo le iniziative già avviate, altro non posso fare».

Anche le Pari Opportunità sono in stand-by?

«In realtà avevo iniziato a lavorare a un progetto preciso. Volevo organizzare delle conferenze con studiosi delle varie religioni che prevedevano come interlocutori i giovani. Purtroppo il tutto si è arenato perché si fatica a trovare un canale di dialogo con i rappresentanti dell’Islam. Ma spero di poter riprendere quanto prima il discorso».

Ci spiega la sua adesione al gruppo degli Indipendenti?

«Per due volte sono uscita dal Pdl e in entrambi i casi per una forma di reazione. La prima quando mi volevano far credere che il centro commerciale non si sarebbe fatto per forza davanti a San Felice e invece era già tutto previsto. La seconda più per una delusione legata al partito. Ultimamente come Pdl locale abbiamo fatto richieste precise ai vertici, soprattutto sugli argomenti Brebemi e Viabilità speciale, ma abbiamo constatato un’assenza di risposte. Il vuoto totale. Così abbiamo deciso di uscire e proclamarci Indipendenti. In realtà siamo in divenire, non abbiamo ancora un progetto preciso. Dobbiamo incontrarci quanto prima e studiare una linea da seguire».

Alessandrini e l’assessore Zanoli per spiegare questa scelta sono stati molto critici verso Berlusconi. La sua opinione sul Cavaliere qual è?

«Il primo Berlusconi era un grande leader politico. Il secondo fa cadere le braccia. Mi reputo una persona seria, positiva e mi comporto rettamente. Berlusconi ha seguito una carriera politica che a un certo punto mi ha dato fastidio. Il suo comportamento morale è una mancanza di rispetto nei confronti di noi italiani. E se il politico posso ancora rispettarlo, la persona molto meno».

Secondo lei dovrebbe ricandidarsi ancora?

«Solo se esistesse una gomma che potesse cancellare quanto ha fatto negli ultimi mesi, ma non è possibile. Quando perdi di credibilità è difficile riabilitarsi. Il suo tempo l’ha fatto non dovrebbe più ripresentarsi. Se invece sceglierà persone moralmente pulite, come mi sembra Alfano, seguirò ancora il Pdl. Se devo stare ancora in un partito pieno di casini, no di certo».

Perdoni l’ironia: se la sente di promettere ai segratesi che questa degli Indipendenti sarà l’ultima casacca che cambia?

«No. Dipende da cosa succede intorno a me. Resto sempre la stessa, sono gli altri che mi circondano a cambiare. Quando ho cambiato partito l’ho sempre fatto per rimanere coerente».

In tempo di spending review si sente pronta a ridursi lo stipendio da assessore?

«Ci mancherebbe. Prontissima. Comunque è giusto dire che quanto prendiamo è consono al lavoro che svolgiamo e alle responsabilità che abbiamo. Per fortuna io non ho problemi economici, ma il tempo che sacrifico alla mia professione non è   equamente retribuito».

Da sanfelicina che idea si è fatta rispetto alla rotonda provvisoria sulla Rivoltana che non è ancora stata aperta?

«Così com’è è pericolosa ed è giusto che resti chiusa. La mia idea è che ci vuole un semaforo con la presenza di un vigile nelle ore di punta. Inoltre, il sindaco mi ha riferito che è intenzione dell’amministrazione comunale installare dei dissuasori per ridurre la velocità».

Che sia pericolosa non potevate accorgervene prima?

«In effetti abbiamo dormito un pochino. Fin da quando si è incominciato a parlare di Brebemi. Dovevamo pretendere per tempo l’interramento. Come è possibile che i comunisti a Pioltello hanno ottenuto quello che volevano e noi no?».

Ad ogni modo la rotonda va aperta assolutamente oppure si può ovviare allungando la strada come si fa ora?

«Bisogna trovare una soluzione e aprirla. Io non ho urgenza, ma chi esce da San Felice alle sette e mezza di mattina non ce la fa più, perde come minimo quaranta minuti».

I consiglieri di minoranza spesso l’hanno elogiata. Ma quali sono i suoi rapporti con l’opposizione?

«Sono ottimi. Non con tutti ovviamente, ma ci sono persone molto intelligenti e preparate. E fare l’opposizione, è giusto ricordarlo, non è facile e a volte frustrante. Però giovani come Carrieri, Cattorini e Micheli sono davvero bravi anche se mancano di esperienza e di un pizzico di dialettica. E mi piace molto anche Paola Monti, determinata e competente».

Quale opinione si è fatta sullo scandalo che ha coinvolto la regione Lazio?

«Sono tanti palloni gonfiati, marci e sporcaccioni. Non si può essere così vigliacchi. Certi politici sono come gnocchi fritti, gonfi gonfi, ma se lo buchi... puff. si sgonfiano. Io, invece, mi reputo uno strudel alla mela e cioccolato con tanta roba buona al suo interno».

Guardando in casa degli altri, Renzi o Bersani?

«Sicuramente Renzi. È più giovane, determinato, con idee nuove e penso sia ancora pulito».

Pensa di ricandidarsi alle prossime amministrative?

«Me lo chiedono in tanti, ma sinceramente non lo so. Non ho ancora preso nessuna decisione. A 61 anni posso permettermi di vivere un po’ alla giornata».

Come la vedrebbe una donna sindaco per il dopo Alessandrini?

«Sindaco donna o uomo credo che non sia un problema. L’importante è che sia capace».

Vede una donna a Segrate in grado di ricoprire la carica?

«In questo momento non mi viene in mente nessuna».

Roberto Pegorini