23 Settembre 2016

Con i soli voti della maggioranza il consiglio comunale ha approvato il Piano di diritto allo studio per l’anno 2016-17 presentato dall’assessore Chiara Gatti (nella foto) che ne ha spiegato le linee guida: «Si struttura su tre punti di forza che riteniamo fondamentali. La prima innovazione è l’approvazione del piano a inizio settembre: questo dà la
possibilità alle scuole di avere la certezza dei finanziamenti e poter programmare per tempo le attività scolastiche. Il secondo punto fermo è il dialogo attivo con le scuole, che ci ha permesso da una parte di condividere progetti e dall’altra di garantire l’autonomia, consentendo loro di scegliere come utilizzare il contributo di 100mila euro negli ambiti ritenuti più necessari. Il terzo principio è l’ascolto delle famiglie, che ci ha consentito di trovare soluzioni a problemi concreti, come la riapertura delle iscrizioni ai servizi scolastici e l’attivazione degli stessi con un numero di utenti sotto la soglia prestabilita dei dieci». I progetti principali che verranno sovvenzionati sono sei. Le tematiche trattate saranno il territorio e l’ambiente, la legalità e la convivenza civile, la cultura, lo sport e gli interventi specifici legati ai servizi sociali.
I nove consiglieri di maggioranza presenti hanno appoggiato il Piano mentre l’intera opposizione ha deciso di votare contro. A partire da Forza Italia il cui capogruppo Carla Bruschi aveva esternato la sua disapprovazione nei giorni precedenti alla sua presentazione in consiglio comunale. Per cercare di mitigare il proprio dissenso gli azzurri hanno protocollato cinque emendamenti, tutti bocciati. «Erano cinque iniziative che riguardavano l’uso dell’inglese nelle scuole» spiega Bruschi, «ma la maggioranza ha preferito ignorarli. A quel punto era impossibile non votare contro a un Piano di diritto allo studio che altro non era se non il copia-incolla di quello presentato un anno fa dall’amministrazione Zambon. Questo documento non va verso il futuro dei nostri ragazzi, ma è solo un ritorno al passato».
Voto contrario anche da parte dei due esponenti del Pd. «Un anno fa avevo esternalizzato il servizio del trasporto scolastico per risparmiare risorse economiche da investire nella scuola» spiega l’ex sindaco Luca Zambon, ora capogruppo del Pd. «Si sono recuperati così 90 mila euro. Ebbene di questia cifra non c’è alcuna traccia nel documento presentato dall’assessore Gatti. In pratica hanno messo in piedi una brutta copia del nostro Piano senza riutilizzare le risorse economiche in più che erano state reperite. Inoltre è emersa l’incapacità di assicurare un efficace servizio del trasporto scolastico. Abbiamo rilevato una grande confusione sui criteri di priorità seguiti per rendere un servizio efficiente agli alunni peschieresi. A nostro avviso il trasporto scolastico deve agevolare coloro che devono coprire una lunga distanza tra abitazione e plesso scolastico e chi deve affrontare attraversamenti pericolosi di alcune strade». Il Piano del diritto allo studio dell’amministrazione Molinari prevede un investimento di circa 2 milioni e 700mila euro suddivisi tra servizi e noleggi, contributi e progetti.