17 Giugno 2016

Un fulmine non tanto a ciel sereno, visto che il momento a causa dell’imminente ballottaggio è teso, ma di certo inaspettato. Il segretario cittadino di Forza Italia, Mario Orfei, sulla sua pagina di Facebook, attacca l’associazione Quei Bovi di San Bovio: «Quando amici mi avevano detto che sul territorio esiste un’associazione sul territorio che non ammette soci di sesso femminile mi è sembrato strano e ho voluto verificare. Invece è tutto vero. Nel loro Statuto all’articolo 1 si parla di “libera associazione di fatto, apolitica, apartitica ed esente da pregiudizi razziali o religiosi” mentre nell’articolo 4 si legge che “Potranno essere ammessi a soci i residenti della frazione di San Bovio, di sesso maschile” Qualcuno li ha informati che le donne in Italia hanno diritti uguali agli uomini? e poi parlano di pari opportunità. E mi stupisce che questa associazione sia regolarmente riconosciuta dal Comune di Peschiera». Inevitabile la replica da parte dell’associazione per bocca del presidente Paolo Parigi: «Orfei ci lancia una non velata accusa di sessismo. Siamo rimasti sorpresi  e poi stupiti: il post in questione è “a pagamento”, con l’intento evidente di lasciare il contenuto dello stesso in bella mostra di sé per diversi giorni. A parte le nostre mogli e molte altre donne di San Bovio, che ormai ci conoscono bene, ad apprezzarci sono anche molte amiche che, se inizialmente ci possono sì guardare con “sospetto”, una volta conosciuti ci ammirano per quanto facciamo,  riconoscendo nella nostra attività l’assoluta mancanza di ogni intento discriminatorio. Del resto, se il signor Orfei fosse venuto alla festa da noi organizzata sabato scorso avrebbe potuto vedere uomini di ogni sorta, manager, impiegati, professionisti, pensionati, artigiani e così via, con una maglietta verde che cucinavano e servivano da bere e da mangiare alla comunità e a moltissime donne. Ma che maschilismo è? Ma di cosa stiamo parlando? Tutto ciò senza nemmeno la necessità di richiamare l’esistenza di decine e decine di altre associazioni, anche a livello nazionale, che hanno anch’esse limitato l’iscrizione a uno solo dei due generi. Ci permettiamo due suggerimenti per il signor Orfei e per chi, come lui, intenda ritornare sul medesimo argomento in futuro. Il primo è che si informi, e bene, prima di fare esternazioni destituite di ogni ragionevolezza e fondamento. Che frequenti, che partecipi alla vita della comunità e che rilevi i problemi in via induttiva, dal territorio, e non deduttiva, magari perché imbeccato da qualche fonte poco affidabile. Il secondo, ancora più importante, è che si concentri sui problemi veri della nostra frazione, li abbiamo segnalati, più volte, con insistenza, a tutti i sindaci delle giunte in carica in passato. Lì si annida la vera discriminazione, la sperequazione di interessi e le forme di associazionismo con finalità politiche. Non certo tra noi, un gruppo di amici uniti da spirito goliardico e conviviale, che si dedica con attenzione e amore al territorio dove vive. Noi andiamo avanti a fare quello che facciamo per il gusto di farlo e per il benessere di chi vive qui. E adesso speriamo che vi mettiate l’animo in pace».